La Corte di Cassazione, con ordinanza del 13 giugno, interviene nuovamente sul tema della rinuncia all’effetto risolutivo ex art. 1454 c.c..
Le Sezioni Unite hanno stabilito che, nel rito del lavoro, l’uso della trattazione scritta è ammesso solo se rispettate precise condizioni procedurali, tra cui il consenso delle parti.
Cassazione: estratti conto non contestati non provano il credito se manca un contratto con data certa.
La Cassazione conferma la legittimità della clausola “simul stabunt, simul cadent” nel sistema dualistico, sottolineando l’autonomia statutaria nella disciplina del consiglio di sorveglianza.
La Cassazione, con sentenza 22341/2025, ha confermato che anche frasi volgari o di cattivo gusto pubblicate sui social possono avere valore diffamatorio se ledono la reputazione altrui.
La Cassazione ha stabilito che il licenziamento per malattia non è valido se la lavoratrice è in gravidanza, anche dopo il superamento del periodo di comporto.
La Cassazione distingue tra prededuzione, che incide su tutto il patrimonio, e rivendica, limitata a beni specifici.
La Cassazione equipara la monetizzazione del pegno al pagamento, rilevante ai fini della revocatoria fallimentare se avvenuta nel periodo sospetto.
La Cassazione ha ritenuto valida la clausola che affida a un arbitrato estero le controversie tra soci di una società italiana.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Jobs Act nella parte in cui non prevede la reintegrazione in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo risultato insussistente.