La Cassazione ha stabilito che una contestazione disciplinare tardiva non comporta automaticamente la reintegrazione del lavoratore, pur violando l’art. 7 dello Statuto.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Jobs Act nella parte in cui non prevede la reintegrazione in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo risultato insussistente.
La Cassazione ha chiarito che la tolleranza del datore di lavoro non esclude l’illiceità della condotta del dipendente sorpreso a fumare in zona vietata.
La Cassazione conferma che il risarcimento per discriminazione deve essere anche dissuasivo e tutela le opinioni personali.
La Cassazione ha confermato il licenziamento per giusta causa di un lavoratore che ha svolto attività in conflitto con gli interessi aziendali senza autorizzazione.
La Cassazione ha precisato che i controlli sul dipendente sono legittimi se bilanciano interessi aziendali e tutela della riservatezza.
La Cassazione ha escluso che il reato di sfruttamento di manodopera si configuri per prestazioni di tipo intellettuale, come nel caso di insegnanti in un centro scolastico privato.
Il rifiuto di un accorgimento ragionevole per un lavoratore disabile costituisce discriminazione, ma l’assenza ingiustificata senza prova di incompatibilità della sede non giustifica la reintegra.
La Cassazione stabilisce che la riservatezza non limita il diritto di critica se espresso con continenza: il caso di un allenatore che aveva criticato il CEO.
La Suprema Corte ha chiarito che una proroga contrattuale differisce solo il termine di scadenza, senza alterare l'identità dell'accordo originario.