
Come ormai noto, Meta ha annunciato l’avvio di una funzionalità destinata a permettere l’addestramento della sua intelligenza artificiale (in seguito, “AI”), utilizzando i dati degli utenti pubblicati sui Social Network, come Facebook e Instagram. L’addestramento sarà limitato esclusivamente ai dati ricavati dai profili social degli utenti che non si sono opposti al trattamento, a seguito della comunicazione che Meta ha inviato agli indirizzi e-mail degli utenti e che rinvia all’apposito modulo online; tuttavia, l’esercizio dell’opposizione potrebbe non essere sufficiente per permettere un controllo sufficiente sui nostri dati personali che, specialmente in contesti quali quelli delle piattaforme dei Social Network, sono costantemente oggetto di condivisione e pubblicazione tra gli utenti.
L’iniziativa prende origine dall’annuncio dello scorso 14 aprile di Mark Zuckerberg, che ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di usare i dati pubblici degli utenti per l’addestramento dell’AI, sottolineando come Meta stia “seguendo l’esempio di altre aziende, come Google e OpenAI, che già utilizzano i dati degli utenti europei per sviluppare i propri modelli di intelligenza artificiale”. Tuttavia, Meta ha da sempre evidenziato alcune differenze rispetto agli altri operatori del settore. Negli ultimi anni, infatti, l’azienda si è dimostrata più attenta alla privacy degli utenti e ha adottato delle misure per limitare l’accesso ai profili. Per questi motivi, è stato deciso che per l’addestramento dell’AI si sarebbero utilizzati solo dati pubblici di utenti maggiorenni, escludendo i contenuti privati come, ad esempio, i messaggi privati tra amici e familiari, e che sarebbe stato escluso qualsiasi tipo di contenuto proveniente da un minore.
Rispetto alla normativa sulla protezione dei dati personali, Meta ha motivato la propria scelta di addestrare i modelli di AI sulla base del legittimo interesse e che l’uso dei dati avviene in conformità con il Regolamento UE 2016/679 (“GDPR”). A seguito di un confronto con le autorità europee, Meta ha ottenuto l’autorizzazione a utilizzare i dati degli utenti per l’addestramento dell’AI, in conformità al GDPR. Nello specifico, i dati impiegati per l’addestramento dei modelli AI si suddividono in due categorie principali di informazioni: i contenuti pubblici, ovvero post o commenti visibili a tutti, pubblicati da utenti maggiorenni; e le interazioni dirette con Meta AI, ovvero ciò che si scrive quando si interagisce con il chatbot che Meta ha integrato all’interno delle sue piattaforme come WhatsApp o Instagram.
Inoltre, come precisato, l’addestramento non riguarderà gli utenti che hanno esercitato il diritto di opposizione tramite il modulo online predisposto da Meta.
Tali soluzioni, a ben vedere, potrebbero tuttavia non essere sufficienti per garantire il rispetto dei principi riconosciuti dal GDPR e dei diritti degli utenti-interessati del trattamento che desiderano veder rispettata la propria privacy impedendo l’utilizzo di informazioni personali per la finalità di addestramento dell’AI.
In primo luogo, Meta si riserva comunque la possibilità di elaborare dati personali riferiti indirettamente a utenti che hanno esercitato il diritto all’opposizione. È questo il caso delle immagini pubbliche (ove, ad esempio sulla piattaforma Facebook, l’utente è stato taggato); oppure le menzioni o altri dati personali contenuti all’interno di post o commenti pubblici condivisi da altri utenti che, invece, non hanno esercitato l’opposizione.
Ciò potrebbe potenzialmente influire anche sulla situazione dei minorenni iscritti alle piattaforme di Meta, per i quali, si ricorda, l’addestramento è stato di default escluso in astratto da Meta ma che in realtà non è possibile escludere in pratica, in forza di quanto sopra e considerato che dati riferiti a minori condivisi da utenti terzi potrebbero comunque essere oggetto di trattamento automatizzato.
A tal proposito, si evidenzia che il trattamento potrebbe non risultare conforme a quanto disposto dall’art. 8 del GDPR, il quale stabilisce che, in caso di servizi offerti direttamente ai minori, il trattamento dei loro dati personali è lecito solo se il minore ha almeno 16 anni (14 anni secondo la normativa italiana), previa acquisizione del consenso.
Più a carattere generale, l’utilizzo dei dati degli utenti potrebbe risultare anche rischioso per via della presenza di informazioni non veritiere o non esatte all’interno dei contenuti pubblicati sui Social Newtork, con ricadute evidenti sul piano dell’accuratezza dei dataset impiegati per l’addestramento dell’AI. È infatti noto ai più che i Social Network sono popolati da innumerevoli commenti, post e anche immagini pubblicati per fini diffamatori o di disinformazione.
In conclusione, sono diversi i dubbi che accompagnano l’avvio di questo progetto di Meta. Come evidenziato, il sistema attualmente utilizzato da Meta per opporsi a questa procedura potrebbe risultare non del tutto sufficiente a salvaguardare le esigenze degli utenti più preoccupati della propria privacy. Per tale motivo, i prossimi mesi saranno determinanti per osservare l’evoluzione dell’iniziativa e valutarne gli esiti.
Avv. Lorenzo Baudino Bessone e Dott.ssa Lucrezia Uva