L’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro: rischio o opportunità?

L’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro: rischio o opportunità?
L’intelligenza artificiale è una tecnologia in rapida evoluzione con un grande potenziale per rendere i lavoratori più produttivi, le aziende più efficienti e stimolare l’innovazione di nuovi prodotti e servizi, ma allo stesso tempo può anche essere utilizzata per automatizzare mansioni e accrescere le disuguaglianze e determinare discriminazioni dei lavoratori.

L’intelligenza artificiale (AI) ha trasformato profondamente il mondo del lavoro, offrendo nuove opportunità e migliorando l’efficienza delle aziende in diversi settori. Tuttavia, l’implementazione dell’AI nel contesto lavorativo solleva anche importanti questioni etiche e giuridiche, in particolare in relazione alla protezione dei dati personali dei dipendenti e il rispetto dei principi del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).

La possibilità di automatizzare processi di routine consente di ridurre gli errori umani e di aumentare la produttività e, allo stesso tempo, permette ai lavoratori di concentrarsi su compiti più complessi e creativi. Gli algoritmi di apprendimento automatico possono analizzare grandi quantità di dati per fornire informazioni utili per la pianificazione e la fase decisionale del management. Inoltre, l’AI può essere utilizzata per migliorare l’esperienza dei lavoratori, ad esempio attraverso assistenti virtuali o chatbot che forniscono risposte immediate alle domande più comuni.

Le ripercussioni sulla privacy dei dipendenti

I sistemi di intelligenza artificiale possono raccogliere, analizzare e conservare grandi quantità di dati personali, come informazioni sulle prestazioni lavorative, i comportamenti, le preferenze e persino i dati biometrici. Tali dati possono essere utilizzati per valutare le prestazioni, prendere decisioni in fase di assunzione e identificare i bisogni di formazione dei dipendenti. L’intelligenza artificiale è in grado di abbinare i curricula agli annunci di lavoro su vasta scala, analizzare la produttività, misurare le prestazioni individuali e selezionare i candidati per una promozione.

L’impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione e sul mercato del lavoro è complesso e sfaccettato, con benefici e sfide da osservare costantemente.

La gestione dell’AI nel contesto lavorativo richiede un approccio olistico e attento per massimizzarne i benefici, affrontando al contempo le sfide e le preoccupazioni legate all’etica, alla privacy e all’impatto sui dipendenti.

In attesa dell’entrata in vigore dell’AI Act, analizziamo alcuni aspetti chiave per gestire l’intelligenza artificiale nel contesto lavorativo:

  1. Trasparenza e formazione: i datori di lavoro dovrebbero informare i dipendenti sul tipo di tecnologia che verrà utilizzata per elaborare i loro dati personali; fornire una formazione adeguata, per comprendere i benefici, i limiti e le implicazioni etiche dell’AI. Tali indicazioni sono indispensabili per garantire che i lavoratori comprendano come vengono preservati i loro diritti e come le decisioni basate sull’AI possono influire sul loro lavoro.
  2. Sicurezza dei dati: le aziende dovrebbero implementare una solida governance per l’AI, che includa politiche, processi e responsabilità chiaramente definite, e adottare misure adeguate a proteggere i dati personali dei dipendenti da accessi non autorizzati, perdite o divulgazioni indebite.
  3. Pregiudizi e discriminazioni: è necessario stabilire meccanismi di controllo e monitoraggio per garantire l’adeguatezza, l’equità e l’efficacia dei sistemi, per evitare discriminazioni o pregiudizi. Prima di utilizzare l’AI nei processi di assunzione, di valutazione della performance o promozione, i datori di lavoro dovrebbero prendere in considerazione la realizzazione di attività di audit della tecnologia impiegata. Gli algoritmi di apprendimento automatico possono infatti essere influenzati dai pregiudizi presenti nei dati di addestramento, portando a decisioni discriminatorie o ingiuste. Le aziende, inoltre, devono adottare misure per mitigare questi rischi, come ad esempio assicurarsi che le decisioni basate sull’AI siano soggette a revisione umana, in particolare quando tali decisioni hanno un impatto sui dipendenti, e offrire canali di ricorso o di contestazione per i lavoratori che ritengono di essere stati oggetto di decisioni inique.
  4. Valutazione continua e miglioramento: è essenziale monitorare costantemente l’efficacia e l’impatto dei sistemi utilizzati, raccogliere feedback dai dipendenti, dai manager e dalle parti interessate per apportare miglioramenti continui; eseguire valutazioni periodiche dei sistemi di AI per garantire che siano allineati agli obiettivi aziendali, anche in termini di ottimizzazione del rapporto costi- benefici.

Conclusioni

L’impatto del progresso tecnologico, compresa l’intelligenza artificiale, sul luogo di lavoro offre opportunità significative per migliorare l’efficienza e l’esperienza delle risorse umane. Tuttavia, le aziende devono affrontare le importanti sfide relative alla privacy dei dipendenti e al rispetto dei principi del GDPR: è quindi fondamentale adottare una governance appropriata dell’AI, garantendo la trasparenza, il rispetto dei principi di protezione dei dati personali e l’eliminazione dei pregiudizi nei sistemi di apprendimento automatico. Solo in questo modo l’AI potrà essere sfruttata pienamente e in modo etico nel contesto lavorativo, magari, anche riprogettando le modalità di esecuzione delle mansioni, promuovendo al contempo la fiducia e il benessere dei dipendenti.

Avv. Sabrina Salmeri

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