La remunerazione degli autori a seguito del recepimento della Direttiva Copyright

La remunerazione degli autori a seguito del recepimento della Direttiva Copyright
Con la Direttiva Copyright, il Legislatore europeo ha affrontato la questione dei rapidi sviluppi tecnologici che hanno coinvolto i settori della creazione, circolazione e dello sfruttamento delle opere e dei nuovi modelli di business emersi nell'ambiente digitale. L’articolo 18 della Direttiva citata ha nella specie introdotto l'obbligo per gli Stati membri di garantire agli autori e agli artisti interpreti ed esecutori che concedono in licenza o trasferiscono i loro diritti esclusivi per lo sfruttamento delle loro opere o di altri materiali, il diritto ad ottenere una remunerazione adeguata e proporzionata.
Le novità introdotte dalla Direttiva Copyright

La Direttiva dell’Unione europea 2019/790 (in seguito, anche “Direttiva Copyright”) consente agli Stati membri di applicare il principio della remunerazione adeguata attraverso dei meccanismi esistenti o anche di nuova introduzione, sempre che siano compatibili con il diritto dell'Unione applicabile (Cons. 73).

Il medesimo Considerando precisa che la remunerazione degli autori e degli artisti (interpreti o esecutori) deve essere adeguata e proporzionata “al valore economico effettivo o potenziale dei diritti concessi in licenza o trasferiti, tenendo conto del contributo dell'autore o dell'artista (interprete o esecutore) all'opera o altri materiali nel suo complesso nome pure di tutte le altre circostanze del caso, tra cui le pratiche di mercato o lo sfruttamento effettivo dell'opera. E così, anche un pagamento forfettario può costituire una remunerazione proporzionata, anche se non dovrebbe rappresentare la norma.

A prescindere da come viene corrisposta la remunerazione agli artisti, interpreti ed esecutori (in seguito, anche “AIE”), è previsto un obbligo di trasparenza in capo ai licenziatari (o aventi causa di questi), i quali devono compilare una informativa rivolta agli AIE - con cadenza almeno annuale - avente ad oggetto le modalità di sfruttamento, le condizioni di utilizzo ed i profitti conseguiti in relazione alle opere ed esecuzioni di questi ultimi (Art. 19 Direttiva Copyright).

Anche tale obbligo appare per ancorato a canoni di ragionevolezza. E così, il legislatore europeo precisa che, qualora l'adempimento dell'obbligo di trasparenza dovesse diventare sproporzionato in relazione ai proventi risultanti dallo sfruttamento dell'opera o dell'esecuzione, esso dovrà essere ridotto nei limiti della tipologia e de livello di dettaglio delle informazioni ragionevolmente esigibili, tenuto conto delle circostanze del caso concreto.

Ad esempio, gli Stati membri possono decidere che tale onere amministrativo non sia esigibile quando il contributo dell'autore o dell'artista (interprete o esecutore) non è significativo rispetto al complesso dell'opera o esecuzione, fatto salvo il caso in cui l'autore o artista (interprete o esecutore) dimostri di necessitare delle informazioni per l'esercizio dei suoi diritti e chieda le informazioni a tal fine.

Inoltre, l'articolo 20 della Direttiva Copyright prevede il c.d. “meccanismo di adeguamento contrattuale”. In altre parole, è concesso agli autori e agli AIE richiedere all’altra parte contrattuale o al suo avente causa un adeguato ed equo compenso aggiuntivo per lo sfruttamento dei diritti, nell’ipotesi in cui il compenso inizialmente convenuto sia eccessivamente inferiore in rapporto a tutti i proventi originati dal successivo sfruttamento delle loro opere o esecuzioni.

Le controversie relative all'obbligo di trasparenza e al meccanismo di adeguamento contrattuale potranno essere oggetto di una procedura alternativa di risoluzione delle controversie, su base volontaria che deve poter essere avviata dagli organismi rappresentativi degli autori e degli AIE su richiesta specifica di uno o più mandatari.

Infine, tra le previsioni in tema di tutela rafforzata degli autori e degli AIE rinvenibili nella Direttiva Copyright pare utile richiamare gli articoli 22 e 23, che concretizzano il principio della remunerazione adeguata e proporzionata. In particolare, è previsto:

  • il diritto degli autori e degli AIE di revocare la licenza o il trasferimento dei diritti in caso di mancato utilizzo dell'opera o dell'esecuzione (articolo 22);
  • l'inapplicabilità, nei confronti degli autori e degli AIE, di qualsiasi clausola contrattuale che impedisca il rispetto dei principi sopra enunciati, di cui agli articoli 19, 20 e 21 (articolo 23).
Il recepimento della Direttiva Copyright nell’ordinamento italiano

Il legislatore europeo ha rimesso agli Stati membri la facoltà di scegliere le modalità di attuazione del principio di equo compenso espresso nella Direttiva, purché nel rispetto della libertà contrattuale e dell'equo bilanciamento dei diritti e degli interessi in gioco, tenuto conto dei criteri definiti dalla stessa Direttiva:

  • il valore economico effettivo o potenziale dei diritti concessi in licenza o trasferiti;
  • il contributo dell'autore o dell'artista all'opera;
  • le pratiche di mercato
  • l'effettivo sfruttamento dell'opera.

Con l’emanazione del D.lgs. 8 novembre 2021, n. 177, il legislatore italiano ha dato attuazione alla Direttiva Copyright. Il Decreto Legislativo n. 177/2021 ha realizzato interventi sensibili sulla Legge in materia di diritto d'autore e di altri diritti connessi (di seguito, “LDA”), con particolare riferimento alle utilizzazioni digitali di opere e contenuti protetti.

Sono state introdotte disposizioni finalizzate non solo a garantire un'equa remunerazione agli autori e agli editori di giornali, ma anche a rendere più efficacie la trasparenza dei rapporti con le piattaforme online. L’art. 107, comma 2 LDA prevede espressamente che gli autori e gli AIE possono vantare il loro diritto all’equo compenso direttamente o tramite gli organismi di gestione collettiva e le entità di gestione indipendenti cui abbiano dunque conferito apposito mandato.

Ai fini della determinazione del compenso adeguato e proporzionato, la normativa italiana fa esplicito riferimento al valore dei diritti concessi in licenza o trasferiti, così come ai ricavi derivanti dal loro sfruttamento, specificando, in aggiunta, che si debba tenere conto anche della contrattazione collettiva esistente, delle particolarità del settore di riferimento e del diritto al compenso previsto dagli artt. 46-bis e 84 LDA.

Come regola generale, quindi, la remunerazione deve essere proporzionale: sempre a norma dell'articolo 107 della LDA, una remunerazione forfettaria per l'autore o l'esecutore è possibile nei casi in cui il suo contributo all'opera o alla prestazione sia di natura meramente accessoria e i costi relativi alla determinazione del compenso siano sproporzionati rispetto allo scopo.

L'articolo 110 quinquies LDA recepisce poi il citato meccanismo di adeguamento. È previsto poi, in caso di mancato sfruttamento dell'opera, che l'autore o gli AIE possano chiedere la risoluzione del contratto, in una prospettiva di riappropriazione dei diritti e di stipula di nuovi contratti che possano presentare maggiori possibilità di successo per quanto attiene all'utile sfruttamento dell'opera.

Una delle principali novità introdotte dal D.lgs. 177/2021 riguarda il ruolo che l'AGCOM (“Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni”) ha assunto all'interno del nuovo scenario normativo: gli attuali diritti riconosciuti agli AIE e relative responsabilità in capo ai licenziatari rientrano tutti, per certi versi, nell'ambito degli ampi poteri conferiti all'AGCOM.

Con Delibera n. 3/23/CONS del 19 gennaio 2023, pubblicata sul sito dell’Autorità il 25 gennaio 2023, l’AGCOM ha approvato il Regolamento in materia di individuazione dei criteri di riferimento per la determinazione dell’equo compenso per l’utilizzo online di pubblicazioni di carattere giornalistico di cui all’articolo 43-bis LDA.

Attraverso il regolamento dell’AGCOM, a norma del quale viene definita la disciplina della procedura di risoluzione delle controversie e la verifica delle condizioni di procedibilità, il percorso iniziato dalla Direttiva Copyright può dirsi ancora più efficace. Infatti, il Regolamento - insieme con la Direttiv - creando i presupposti per una nuova definizione di compenso, rafforzano considerevolmente la posizione degli autori e degli AIE e forniscono le misure e gli strumenti necessari affinché la tutela sia effettiva nel corso di tutto il rapporto contrattuale.

Dott. Filippo Tenani Castelli

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