Corte UE - Avvocato Generale: va respinto il ricorso della Polonia contro direttiva 2019/790 sul diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale perché tale direttiva è compa

Corte UE - Avvocato Generale: va respinto il ricorso della Polonia contro direttiva 2019/790 sul diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale perché tale direttiva è compa
Secondo l’Avvocato Generale Saugmandsgaard Øe, l’articolo 17 della direttiva 2019/790 sul diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale è compatibile con la libertà di espressione e di informazione garantita dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

L’articolo 17 della direttiva 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale stabilisce il principio che i fornitori di servizi online sono direttamente responsabili quando materiale altrui protetto da copyright viene caricato illegalmente dai loro utenti. Si prevede, tuttavia, una forma di limitazione qualora tali fornitori si attivino nel monitorare i contenuti diffusi dai propri utenti. Effort che si traduce in una sorveglianza preventiva mediante strumenti di riconoscimento automatico dei contenuti, in accordo alle previsioni dell’art. 17 par. 4 lett. b Dir. 790/2019.

Lo scetticismo polacco

Non condividendo tale orientamento, il 24 maggio 2019 la Repubblica di Polonia ha proposto un ricorso contro il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’Unione europea chiedendo l’annullamento dell’articolo 17 della direttiva 2019/790 dinnanzi alla Corte di Giustizia. La disposizione, secondo la visione polacca, viola la libertà di espressione e di informazione sancite dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Al vaglio della Corte la legittimità dell’art. 17 Dir. 2019/790 quando presuppone un’attività di sorveglianza e filtraggio agli online content-sharing service providers sul materiale caricato dagli utenti, a raffronto con l’art. 11 sopra menzionato.

Nelle conclusioni del 15 luglio scorso, l’Avvocato Generale Henrik Saugmandsgaard Øe propone alla Corte di dichiarare che l’art. 17 della direttiva 2019/790 sia compatibile con la libertà di espressione e di informazione e, quindi, di respingere il ricorso proposto dalla Polonia.

A questo proposito, l’Avvocato Generale ritiene che le disposizioni impugnate non pregiudicherebbero il contenuto essenziale, così come disposto dall’art. 52, comma 1, della Carta, dei diritti in capo agli utenti dei servizi di condivisione online.

Il legislatore europeo ha però previsto limiti ed eccezioni all’art. 17 par. 7 e 8. I provider di siffatti servizi, infatti, dovrebbero limitarsi a bloccare preventivamente i contenuti “identici” alle opere coperte da copyright, individuate dagli aventi diritto.

Avv. Alessandro La Rosa e Dott.ssa Manuela Fogli

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