Caso Ed Sheeran: qual è la differenza tra ispirazione e plagio?

Caso Ed Sheeran: qual è la differenza tra ispirazione e plagio?
Il famoso cantante britannico il 4 maggio ha vinto il giudizio in cui era stato accusato di aver plagiato una celebre canzone di Marvin Gaye. La giuria ha stabilito che il giro di accordi e il ritmo usato nella canzone “Thinking out loud” di Sheeran, pur rinvenibili anche nella canzone di Marvin Gaye “Let’s Get It On”, è comunemente usato nel settore e dunque non proteggibile in quanto tale da parte del diritto d’autore.

Il 4 maggio 2023 la giuria della Corte federale di Manhattan ha deliberato in favore dell’innocenza di Sheeran a fronte dell’accusa di aver copiato il “cuore” del celebre successo musicale di Marvin Gaye. Il verdetto arriva a conclusione di un processo iniziato nel 2017 e promosso dagli eredi del produttore di Gaye, e non è il solo che l’artista britannico, ma anche molti altri artisti e produttori musicali, si sono trovati a fronteggiare negli ultimi anni.

Il plagio musicale

Per plagio musicale si intende l’appropriazione da parte di un soggetto che non ne ha l’autorizzazione degli elementi essenziali di un’opera musicale, quali la melodia, il ritmo e l’armonia.

L’accusa di plagio, dunque, consiste nel fatto di aver diffuso a proprio nome un brano musicale senza averne diritto ed è diversa dalla pirateria perché, a differenza di quest’ultima, il soggetto che viola il copyright altrui lo fa alla luce del sole e anzi intende rivendicare la protezione dell’opera per sé, pur avendola a sua volta sottratta – in parte o interamente – al reale autore/produttore.

Il caso

Il giudizio che ha coinvolto il famoso cantante britannico ha riguardato proprio l’accusa di aver copiato il classico anni ’70 “Let’s Get It On”, e dunque di essere debitore di svariati milioni di dollari a titolo di risarcimento del danno patito dagli eredi del produttore di tale canzone, protetta dalla legge sul copyright.

La difesa di Sheeran è stata impostata sulla base di una semplice considerazione: le porzioni di brano oggetto dell’accusa di plagio sono in realtà comuni a moltissime altre canzoni e temi musicali. Esse costituiscono un patrimonio di base, qualcosa che tutti i compositori di musica pop utilizzano come elemento fondante nelle proprie opere. In quanto tali, esse non possono essere dichiarate di patrimonio esclusivo di un singolo soggetto, poiché ciò in ultima analisi ostacolerebbe la libera creazione artistica, che per sua natura si basa anche sulla rielaborazione di elementi del passato.

Dello stesso avviso sono stati anche i giurati, che dopo aver ascoltato le testimonianze di professori e musicologi, nonché un’esibizione dal vivo dello stesso accusato, hanno dato ragione a quest’ultimo.

Implicazioni

Mentre in passato le accuse di plagio rivolte a brani musicali erano molto meno frequenti, l’attuale proliferazione di migliaia di nuovi singoli ogni settimana ha portato con sé anche l’aumento delle cause legali legati alle accuse di plagio. Sicuramente non è un caso, peraltro, che le cause siano spesso rivolte contro i soggetti maggiormente in vista e dunque maggiormente “patrimonializzati” dell’industria musicale.

Rimane quindi da chiedersi quali conseguenze di lunga durata avrà l’aumento del contenzioso in questo settore. Allo stato, due le soluzioni che paiono più probabili: gli artisti potrebbero decidere di mantenere il punto e combattere per la libertà di ispirarsi liberamente alle opere precedenti, moltiplicando i giudizi e le denunce; oppure è possibile che le case di produzione reputino più conveniente tutelarsi con anticipo dalla possibilità di azioni legali e stipulare accordi “di non belligeranza” preventivi per i propri artisti di punta.

Avv. Caterina Bo

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