Il Tribunale di Venezia, con Sentenza n. 2249/2024, si è pronunciato in relazione alla violazione dei diritti d’autore, contraffazione di marchio registrato e concorrenza sleale nei confronti di un noto maestro vetraio della Serenissima.
Un noto maestro vetraio veneziano, nel corso di consuete attività di monitoraggio, si avvedeva che presso il portale di aste online Catawiki era disponibile all’acquisto la più celebre tra le sue opere. Tale manufatto, oltre a non riportare la sua firma, era disponibile ad un prezzo irrisorio rispetto alle valutazioni di mercato. Per queste ragioni ne chiedeva il sequestro, concesso con decreto inaudita altera parte e confermato da una successiva ordinanza con la quale veniva inibito alla resistente di mettere in vendita - in qualunque forma - e di pubblicizzare - in qualsiasi modo - il manufatto, con fissazione di una penale per ogni eventuale violazione dell’inibitoria.
Instaurato il giudizio di merito, parte attrice lamentava la violazione del diritto di autore, la violazione dell’esclusiva nell’utilizzo del marchio comunitario registrato e il compimento di atti di concorrenza sleale, chiedendo, altresì, la condanna del convenuto al risarcimento dei danni, derivante dalla diluizione del valore delle opere, nonché dal detrimento del valore del marchio, oltre al danno all’immagine.
Il giudice, accertato che l’opera era frutto della straordinaria creatività dell’artista, grazie al concepimento e all’utilizzo di un particolare processo di modellazione, con sfruttamento delle tecniche a caldo e a freddo della tradizione veneziana da lui sviluppate in modo personalissimo, ne ha riconosciuto la tutela ai sensi dell’art. 2, n. 10, Legge 633/1941. Inoltre, il fatto che la descrizione dell’offerta veniva corredata di elementi idonei a suggestionare ed indurre in confusione gli acquirenti circa l’effettiva provenienza, l’assenza di firma, la qualità di operatore professionale nel settore della venditrice, hanno portato il giudice a condannare parte convenuta, sia sotto il profilo della paternità dell’opera, sia sotto il profilo del diritto allo sfruttamento economico, anche in relazione alla contraffazione del marchio europeo registrato.
La sentenza non solo conferma la tutela del diritto d’autore e del marchio, ma rappresenta anche un importante segnale a difesa del Made in Italy. La decisione sottolinea nuovamente l’importanza di proteggere l’autenticità e il valore del lavoro artigianale contro tentativi di contraffazione, ribadendo come le opere d’arte non possano essere trattate alla stregua di prodotti di massa, così sancendo una chiara linea di confine tra l’artigianato artistico e la produzione industriale.