Nel giudizio monitorio, il principio di proattività del Giudice, come sancito dalla Corte di Cassazione, implica uno stringente controllo d’ufficio sulle clausole dei contratti su cui si fonda la pretesa creditoria, con l’obiettivo di garantire una più efficace tutela dei consumatori, spesso meno informati e consapevoli dei propri diritti.
Il documento
Il 25 luglio scorso il Tribunale di Milano ha diffuso un vademecum offrendo una guida pratica rivolta ai giudici del monitorio in merito alla corretta individuazione delle clausole abusive nei contratti conclusi con i consumatori, alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del 6 aprile 2023, n. 9479. La pronuncia in parola richiede ai giudici della cognizione per la fase monitoria, nonché ai giudici dell’esecuzione, un attento esame delle clausole contenute nei contratti stipulati con il consumatore.
Il ruolo del Giudice nella fase monitoria
Nel contesto dei ricorsi monitori diretti contro persone fisiche, è dunque richiesto al Giudicante di svolgere un’attenta esaminazione ed una adeguata motivazione della fattispecie prima dell’emissione del decreto ingiuntivo. La necessità riguarda principalmente la disamina del contratto su cui si fonda la pretesa creditoria ed in particolare se lo stesso possa essere inquadrato come contratto di natura consumeristica, ai sensi del Codice del Consumo. In conformità con quanto stabilito dall’articolo 640 del Codice di procedura civile, il Giudice ha la facoltà di chiedere al ricorrente di fornire informazioni specifiche e dettagliate al riguardo, compreso l’ordine di esibizione in giudizio del contratto stesso. La sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite e il vademecum emanato dal Tribunale di Milano hanno contribuito a delineare chiaramente l’approccio che il giudice deve adottare in questa fase del processo giudiziario. Ciò comporta una nuova proattività da parte del Giudice che deve avviare specifiche iniziative al fine di valutare la presenza di clausole abusive all’interno dei contratti. Questo approccio ha l’obiettivo fondamentale di garantire una più efficace tutela dei diritti dei consumatori, che frequentemente si trovano in una posizione di svantaggio rispetto a professionisti o imprese, spesso meno informati e consapevoli dei propri diritti.
Il principio del controllo d’ufficio, sancito dalla Corte di Cassazione, implica che il Giudice sia tenuto ad esaminare il contratto alla luce delle normative vigenti e a valutare attentamente se alcune delle clausole in esso contenute possano potenzialmente arrecare un danno al consumatore.
Competenza territoriale: prevale il foro del consumatore
Come noto. nei giudizi che coinvolgono i consumatori, il “foro del consumatore” prevale non solo sul foro convenzionale, che spesso include clausole di deroga alla competenza territoriale, ma anche sui criteri di competenza territoriale previsti dal codice di procedura civile e dalle leggi speciali. Per “foro del consumatore” si intende il luogo di residenza o domicilio del consumatore al momento in cui è presentata la domanda giudiziale, e non quello inerente il momento della stipulazione del contratto. Nel caso in cui, come spesso accade nelle fideiussioni, il ricorso fosse presentato contro più soggetti, di cui soltanto uno sia un consumatore, il Giudice del monitorio potrebbe accogliere il ricorso se sono soddisfatti i requisiti di competenza territoriale, nei confronti della debitrice garantita e dei fideiussori che non sono consumatori. Al contempo, il giudice dovrebbe respingere il ricorso in riferimento al fideiussore - consumatore qualora questi risieda, al momento della domanda, nel circondario di competenza di altro Tribunale.
La fase esecutiva e il controllo sulle clausole abusive
Nella fase esecutiva, in difetto di una motivazione – nell’ingiunzione - dei profili di abusività delle clausole contrattuali, il giudice dovrebbe monitorare la presenza di eventuali clausole abusive che possano influenzare l’esistenza e l’entità del credito oggetto del decreto ingiuntivo. Questo controllo deve essere esercitato sono al momento della vendita o dell’assegnazione del bene o del credito.
Conclusioni
In sintesi, la recente giurisprudenza ha delineato un quadro giuridico che promuove una più ampia protezione dei consumatori, estendendo il concetto di consumatore anche a categorie precedentemente non contemplate. Ciò mira a garantire una tutela efficace dei diritti dei consumatori e dunque a creare un ambiente giuridico più equo e trasparente per tutti i soggetti coinvolti.