Il 6 febbraio 2024 l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ha pubblicato alcune linee guida sull’applicazione dei sistemi di Intelligenza Artificiale per la redazione dei documenti da sottoporre ai Tribunali e agli Uffici marchi e brevetti, illustrando l’applicazione delle regole e delle politiche esistenti in materia.
Le linee guida dell’USPTO sui sistemi di IA
Le linee guida dell’USPTO hanno affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, fornendo consigli importanti ai professionisti in merito all’impiego di detti strumenti.
Innanzitutto è bene rammentare, dice l’Ufficio, che, sebbene detti strumenti possano essere d’ausilio ai professionisti, il loro impiego può rivelarsi estremamente pericoloso se non corredato dalle conoscenze tecnico-giuridiche richieste per la predisposizione di atti amministrativi, giudiziali e stragiudiziali.
In particolare all’interno delle linee guida l’Ufficio statunitense ricorda ai professionisti che i sistemi di IA possono essere utilizzati liberamente per la redazione di documenti da presentare all’USPTO (dunque sia per redigere le domande di marchi e brevetti che per fare opposizione alle medesime domande depositate da terzi) senza, oltretutto, la necessità di comunicare all’Ufficio che la redazione è avvenuta con l'impiego di sistemi automatizzati.
L’IA può dunque costituire un aiuto significativo per i professionisti, qualora si limiti a fornire un ausilio, non potendo, al contrario, sostituirsi a competenze specifiche.
È evidente, infatti, che fare completamente affidamento sui sistemi di IA per redigere un documento per cui sono richieste determinate competenze tecnico-giuridiche, inevitabilmente esporrà il documento ad errori e imprecisioni che non sussisterebbero qualora a redigere l’atto vi fosse un esperto del settore che vi apporta la propria esperienza personale al fine di ottenere il risultato sperato; esperienza che, ahimè, non può essere sostituita da una macchina, per quanto all’avanguardia essa sia.
Quando deve essere comunicato all’USPTO l’uso di sistemi di IA?
In alcuni specifici casi l’Ufficio richiede obbligatoriamente di indicare quando l’utilizzatore si serve di sistemi di IA.
Ciò accade in particolare quando l’uso di uno strumento di IA è rilevante per la brevettabilità secondo la definizione di cui all’art. 37 del Code of Federal Regulations. Infatti, se l’IA ha fornito il proprio contributo in modo prevalente (o in modo significativo) all'invenzione, è evidente che colui che si è servito di tale strumento non potrà giovarsi della qualifica di inventore.
Tale ipotesi non è affatto rara: spesso accade che un sistema di IA assista il “programmatore” (rectius, il richiedente) nella stesura della domanda di brevetto o introduca taluni modelli alternativi che il richiedente non ha concepito e che, tuttavia, intende brevettare. In queste ipotesi la qualifica di inventore difficilmente spetterà al richiedente, persona fisica. Si comprende, dunque, come nessuna informazione relativa all'interazione con il sistema di IA possa essere trascurata in ambito brevettuale, dovendo essere presentata all'USPTO con ogni dettaglio rilevante.
Altri obblighi previsti dalle linee guida.
- Frode e malafede commessa con i sistemi di IA
Un altro argomento affrontato dall’Ufficio è costituito dall’utilizzo illecito di tali strumenti.
L'obbligo di buona fede si estende anche alle azioni compiute con l’ausilio di strumenti automatizzati, ivi compresi i sistemi di IA. In particolare, l’utilizzo fraudolento dei sistemi di IA integra gli estremi di un reato che negli Stati Uniti è stato codificato già nel lontano 1986 all’interno di una legge di settore: il Computer Fraud and Abuse Act (CFAA). La Legge sulle frodi e sugli abusi informatici costituisce un emendamento della legge sulla frode informatica (18 U.S.C. § 1030) inclusa nel Comprehensive Crime Control Act del 1984.
- Obbligo di firma e di certificazioni delle corrispondenze con l’USPTO
La maggior parte della corrispondenza depositata presso l’Ufficio deve necessariamente recare la firma del depositante, senza possibilità di delega a un terzo. Questo requisito garantisce che siano le persone fisiche in ultima istanza a supervisionare i documenti “redatti” dai sistemi di IA e presentati all’USPTO e ad assicurarsi che siano conformi alle regole e alle politiche dell’Ufficio. Ciò serve altresì a titolo di garanzia della veridicità e correttezza di quanto contenuto all’interno del documento medesimo: i fatti presentati, le citazioni giurisprudenziali, le argomentazioni e le tesi giuridiche sostenute ed altri riferimenti devono avere un supporto probatorio conferito, appunto, dalla firma del depositante.
- Riservatezza delle informazioni
I professionisti devono adottare misure per consentire la riservatezza delle informazioni dei loro clienti. A tal proposito l’Ufficio non manca di sottolineare che l’uso di sistemi di IA può comportare una divulgazione involontaria di informazioni sensibili e riservate, soprattutto quando alcuni aspetti di un'invenzione vengono inseriti nei sistemi di IA per eseguire ricerche di anteriorità o generare bozze di opposizioni basate sulle rivendicazioni dei segni distintivi dei propri clienti. I sistemi di intelligenza artificiale sono infatti in grado di conservare le informazioni inserite dagli utenti. Pertanto, coloro che utilizzano i sistemi di IA nell’esercizio della professione devono essere consapevoli dei rischi e adottare sistemi atti a prevenirli.
Conclusioni
Sarà sempre più frequente che il privato utilizzi l’IA anche nel settore giuridico, per esempio, facendosi predisporre una bozza standard di contratto. Tali bozze presenteranno una intestazione, una Premessa, un Oggetto, i Termini di utilizzo e la Durata ma saranno inidonee a regolare in concreto i loro interessi. In altre parole, la macchina capta, in modo stocastico determinate nozioni qua e là, senza, tuttavia, centrare l’obiettivo primario che porta le parti a stipulare un contratto: i contraenti sono interessati primariamente a veder tutelati i propri interessi e il vaglio tecnico del difensore resta fondamentale.
Rappresentare i propri clienti con competenza e diligenza significa anche tenersi aggiornati circa i vantaggi, gli svantaggi e i rischi associati a qualsiasi tecnologia, compresa l'IA, spesso utilizzata impropriamente anche dai professionisti di settore.
Per rappresentare ragionevolmente i propri clienti, utilizzando strumenti di IA è infatti fondamentale – a parere di chi scrive – coniugare le proprie conoscenze tecniche, giuridiche e scientifiche con l’impiego di detti sistemi e non affidarsi unicamente a questi ultimi, facendoli prevalere sulle prime.
Del resto, è risaputo che, come anticipato all’inizio del presente contributo, affidarsi alla sola intelligenza artificiale comporta rischi notevoli, non solo in termini di precisione e correttezza, ma anche applicazione della legge esistente, attesa la complessità e la vastità della materia della proprietà intellettuale in ragione della sua continua evoluzione, nonché delle mutevoli interpretazioni giurisprudenziali di taluni istituti della PI.
In definitiva non solo i professionisti ma tutti coloro che fanno uso di strumenti di Intelligenza Artificiale devono essere cauti poiché tali sistemi tanto all’avanguardia sono suscettibili di subire – utilizzando un termine preso in prestito dal linguaggio anglosassone – hallucinations, c.d. “allucinazioni”: non consentono pertanto una verifica affidabile. Per questa ragione l’IA si può rivelare uno strumento tanto utile quanto pericolosissimo.