È nato l’Appeals Centre Europe (Centro Europeo di Appello) che inizierà le sue attività già dal prossimo dicembre con lo scopo di risolvere in via extragiudiziale le controversie riguardanti Facebook, Tik Tok e Youtube.
Il rimedio ad una giustizia statale troppo lenta per le controversie dei social media
La ratio della nascita di un organismo volto a dirimere le controversie sollevate dagli utenti UE dei social di Meta e Google risiede nella mancanza di una competenza ad hoc nella giustizia statale.
Ad aver offerto la possibilità di tale istituzione è l’art. 20 del DSA che ha previsto – data la necessità di specifiche competenze in un mondo volto sempre più ad una totale digitalizzazione – la possibilità di adire un organismo extragiudiziale per risolvere le controversie che vedono gli utenti europei opporsi alle piattaforme social, qualora vengano bannati. L’art. 20, consentendo l’inoltro di un reclamo interno ai social, ha gettato dunque le basi per l’Appeals Centre Europe: da dicembre, nel caso di mancato accoglimento dell’opposizione degli utenti, questi ultimi potranno rivolgersi all’organismo che determinerà una risoluzione extragiudiziale delle controversie, garantita dall’art. 21 del DSA. È questa norma a fornire, infatti, un’alternativa accessibile, rapida e non molto dispendiosa affinché gli utenti “bannati” possano opporsi alla decisione di Facebook, Tik Tok e Youtube.
È interessante chiedersi se e fino a che punto – con l’istituzione di un organismo così all’avanguardia – si possa parlare di una vera e propria giurisdizione delle piattaforme alla luce del fatto che la decisione viene sottoposta al vaglio di un ente-ADR che, sebbene possa apparire improprio parlare di gradi, offre comunque una nuova tutela rispetto al “primo grado” costituito dal reclamo degli utenti bannati alla piattaforma.
A proposito del grado di autonomia di cui godrà tale nuovo centro, è stato osservato come se pure inizialmente la sua creazione sia stata finanziata da un fondo dell’Oversight Board Trust, in seguito all’accoglimento dei ricorsi degli utenti, lo stesso centro riceverà fondi attraverso i contributi delle piattaforme coinvolte nelle controversie.
Non si può non considerare, inoltre, l’importanza dell’Appeals Centre Europe nel tentativo di migliorare la trasparenza dei processi di moderazione dei contenuti sui social e di consentire agli utenti di affrontare rapidamente e in modo imparziale i loro ricorsi.
Considerazioni sull’organismo
In conclusione, si può osservare come l’istituzione dell’Appeals Centre Europe si ponga in una direzione che è stata talvolta definita come “privatizzazione della giustizia", in quanto le attività fornite dall’organismo lo renderanno una preferenza degli utenti che si rivolgeranno sempre meno alla giustizia statale, scegliendo un canale rapido, nelle premesse imparziale e meno dispendioso. Inoltre, occorre sottolineare un significativo vantaggio: le procedure di ricorso si svolgeranno totalmente online, consentendo agli utenti di non essere sottoposti alle lunghe tempistiche dei processi giudiziali. In un’era in cui le dispute digitali stanno prendendo sempre più piede si prevede che un organismo di questo tipo possa diventare un punto di riferimento per gli utenti.
Avv. Stefano Leanza e Dott.ssa Silvia Mazzarella