Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo in tempo di pandemia

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo in tempo di pandemia

La normativa di emergenza ha imposto il divieto di licenziamento, individuale e collettivo, intimato dal datore di lavoro per motivi economici. Il divieto è stato introdotto dall’art. 46 del d.l. n. 18/2020 c.d. “Cura Italia” conv. l. 27/2020 il cui termine di efficacia è stato più volte prorogato dalla successiva decretazione di emergenza.

Il legislatore ha, infatti, previsto l’erogazione di integrazione salariale a sostegno delle aziende volte a salvaguardare la stabilità occupazionale del paese.

La giurisprudenza, sul punto, appare ormai consolidata nel ritenere che l’eccezionale ed emergenziale previsione del cd. blocco dei licenziamenti durante la pandemia debba riguardare ogni forma di recesso disposto dal datore di lavoro per motivi economici.

Il licenziamento intimato in violazione di una norma eccezionale di ordine pubblico economico si pone, infatti, in contrasto con l’art. 41 Cost. che subordina l’iniziativa privata all’utilità sociale.

Ne consegue, secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza, la nullità del recesso con diritto del lavoratore al ripristino del posto di lavoro.

Il Tribunale di Roma, Sezione lavoro con ordinanza dell’11 febbraio 2021, ha, infatti, puntualizzato che “la ratio del “blocco” appare essere evidentemente quella, in un certo senso di ordine pubblico, di evitare in via provvisoria che le pressoché generalizzate conseguenze economiche della pandemia si traducano nell’immediata soppressione di posti di lavoro. C’è in un certo senso una compressione temporanea di una libertà/diritto fondati su Cost.  41/1, tendenzialmente destinata a trovare contemperamento in misure di sostegno ad imprese ed ispirata ad un criterio di solidarietà sociale ex Cost. 2 e 4; non lasciare che il danno pandemico si scarichi sistematicamente ed automaticamente sui lavoratori”.

Verso lo sblocco dei licenziamenti

Gradualmente il legislatore ha previsto lo sblocco dei divieti posti al licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Con la legge di bilancio, infatti, è stata prevista un ulteriore proroga al blocco dei licenziamenti fino ad aprile 2022, ma solo per quelle imprese che richiedono le settimane aggiuntive di CIG.

A questo punto non resta che vedere che impatto avrà lo sblocco dei licenziamenti sulla ripresa economica.

Avv. Nicoletta Di Lolli

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