I sistemi di riconoscimento facciale in Italia: il caso dell’aeroporto di Linate e quello della Metropolitana di Roma

I sistemi di riconoscimento facciale in Italia: il caso dell’aeroporto di Linate e quello della Metropolitana di Roma
Lo scorso 7 maggio, dopo un’iniziale fase sperimentale, nell’aeroporto milanese è stata ufficializzata l’introduzione di “FaceBoarding”, con cui gli utenti potranno accedere ai controlli di sicurezza e all’imbarco utilizzando un sistema biometrico di riconoscimento facciale. Negli stessi giorni l’Autorità per la Protezione dei Dati Personali (“Autorità” o “Garante”) ha invece bloccato un sistema di videosorveglianza, basato sulla stessa tecnologia, all’interno della metropolitana della Capitale.

Il riconoscimento facciale dell’aeroporto di Linate

FaceBoarding” consente ai viaggiatori, che si siano registrati negli appositi chioschi all’interno dello scalo (o dai dispositivi mobili), di ridurre i tempi dei controlli dei documenti, rendendo i varchi di imbarco “self-service”. Il sistema è stato supervisionato da SEA, la società che gestisce l’aeroporto, assieme a Polizia di Stato ed ENAC (“Ente Nazionale per l’Aviazione Civile”) e in collaborazione con le due società che hanno sviluppato il sistema di elaborazione biometrica e gli appositi gate.

Nell’informativa privacy di “FaceBoarding” si legge che il sistema, utilizzabile solo dai soggetti maggiorenni, tratta come dati personali il passaporto e/o la carta di identità elettronica (e i dati lì riportati), i dati biometrici del volto e la carta d’imbarco. La base giuridica prevista è l’esplicito consenso dell’interessato, mentre per quanto concerne la conservazione dei dati, l’informativa riporta due possibilità di scelta. Se si sceglie di registrare i propri dati per il singolo volo, questi verranno cancellati automaticamente dal sistema dopo 24 ore dalla partenza. Se invece l’utente deciderà di iscriversi al programma a lungo termine, soltanto i dati relativi alla carta d’imbarco saranno conservati per 24 ore, mentre i dati personali del documento e quelli del modello biometrico resteranno nell’archivio del sistema fino al 31 dicembre 2025, in forma crittografata (se si aderirà al programma dopo tale data, fino al 31 dicembre dell’anno di iscrizione).

L’istruttoria del Garante Privacy sulla videosorveglianza a Roma

Il 9 maggio il Garante ha invece aperto un’istruttoria sulla possibile introduzione di un sistema di videosorveglianza, anch’esso basato sul riconoscimento facciale, all’interno della metropolitana di Roma. È infatti emersa la notizia, a mezzo stampa, che l’amministrazione capitolina intenda installare apposite telecamere con cui verificare “azioni scomposte”, nei mezzi e sulle banchine, da parte di persone che hanno già commesso “atti non conformi”. Entro il 24 maggio il Comune dovrà dunque rispondere alle richieste del Garante, descrivendo le funzionalità tecniche del sistema di riconoscimento facciale, finalità e base giuridica del trattamento e la valutazione d’impatto sulla protezione dei dati.

Come ricordato dall’Autorità, vige in Italia, fino al 31 dicembre 2025, una moratoria sull’introduzione di sistemi di videosorveglianza basati sul riconoscimento facciali tramite dati biometrici, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte di privati ed enti pubblici. L’utilizzo di tali sistemi è attualmente consentito, infatti, solo all’autorità giudiziaria nell’esercizio delle sue funzioni.

I possibili scenari futuri

Emerge quindi un’evidente difformità tra le situazioni appena descritte. Riguardo al sistema di Linate, è già avvenuta, il 21 maggio scorso, un’interrogazione parlamentare da parte dell’On. Madia, volta ad avere ulteriori informazioni in merito agli hardware e software utilizzati e da parte di quali aziende, sulle misure di tutela della privacy impiegate e se l’introduzione di tale tecnologia possa eventualmente ricadere nella già citata moratoria.

Molto probabilmente occorrerà aspettare la definitiva entrata in vigore del Regolamento sull’intelligenza artificiale (“AI Act”), che proprio ieri ha ricevuto la definitiva approvazione da parte del Consiglio europeo, per avere un quadro uniforme, anche a livello comunitario, sull’utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale. Esso prevede, infatti, dei limiti stringenti all’utilizzo di sistemi di identificazione biometrica remota e “in tempo reale”, consentiti solo in particolari circostanze.

Avv. Diletta Simonetti e Dott. Lapo Lucani

Newsletter

Iscriviti per ricevere i nostri aggiornamenti

* campi obbligatori