Avv. Vincenzo Colarocco
Ben quattro anni dopo l’accaduto, la catena di alberghi Marriott annuncia di aver subito attacchi informatici tali da mettere a rischio i dati personali di circa 500 milioni di soggetti. Solo a seguito di una segnalazione ricevuta l’8 settembre scorso, il colosso alberghiero ha avviato un’inchiesta interna che avrebbe svelato simili violazioni: per alcuni clienti, sarebbero state trafugate anche le coordinate bancarie, oltre naturalmente ai dati anagrafici e agli indirizzi di posta elettronica. Ad oggi, il gruppo dichiara di non aver ancora del tutto definito la portata del breach, non essendo in grado di identificare precisamente quali e quante informazioni siano state “hackerate” prima della scoperta dell’accaduto. La notizia che potrebbe esporre il colosso ad ingenti sanzioni è che, nonostante i dati fossero criptati, gli hacker sarebbero venuti in possesso delle chiavi di accesso.
Il breach sembra non risparmiare nessuno: di questi giorni la notizia di un’altra violazione, questa volta verificatasi ad una piattaforma dedicata all’informazione, Quora.
Il sito web di domande e risposte ha annunciato, mediante l’invio di un’e-mail ai soggetti coinvolti, di avere subìto un attacco informatico che ha interessato i dati di almeno 100 milioni di suoi utenti. L’elemento distintivo di questo attacco è che ha riguardato non soltanto le anagrafiche, gli indirizzi e-mail e le password, ma anche altri dati personali dell’utente, ulteriori rispetto a quelli di registrazione, dal momento che l’accesso alla piattaforma è disponibile anche mediante l’account creato su altri social network.
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