Il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso parere favorevole, con alcune osservazioni, sullo schema di decreto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) relativo alla sperimentazione del voto elettronico in occasione delle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero, che si svolgeranno entro il 31 dicembre 2021.
Nello schema di decreto esaminato dal Garante è riconosciuta agli elettori la possibilità di scegliere se procedere al voto con la usuale scheda cartacea per corrispondenza o partecipare alla sperimentazione del voto elettronico. Il Garante ha inoltre evidenziato la necessità di inserire e giustificare il termine previsto nella documentazione tecnica relativo alla conservazione dei dati – e le relative finalità – anche nel testo finale del decreto. L’Autorità ha inoltre chiesto al Ministero di integrare il decreto anche con le informazioni sui ruoli concretamente svolti dalla totalità dei soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali oggetto della sperimentazione (es. Cloud service provider).
In Europa anche altri paesi hanno sperimentato il voto elettronico: ad oggi l'Estonia rimane l'unico paese al mondo in cui ogni cittadino può esprimere un voto elettronico a distanza per le elezioni del parlamento nazionale (il Riigikogu), dei consigli comunali o del parlamento dell'Unione europea e rappresenta il punto di riferimento per l'uso della tecnologia di voto online. I cittadini estoni ne hanno capito la potenzialità e hanno accolto con entusiasmo la portata innovativa: durante le elezioni del Parlamento europeo del 2019, il 47% dei voti validi sono stati espressi elettronicamente.
In Francia, invece, le sperimentazioni del voto telematico sono partite nel 2003 per gli elettori all’estero, e sono state poi estese a tutti i cittadini francesi che vivono all'estero, per la prima volta, durante le elezioni parlamentari del 2012. Quell’anno più della metà degli elettori hanno preferito la modalità di voto online.
Il voto elettronico rappresenta una grande opportunità, sia per i cittadini, che verrebbero facilitati nell’acceso al diritto di voto, che per i Parlamenti nazionali, i quali, a seguito della maggiore affluenza alle urne, si configurerebbero come migliore rappresentazione democratica della popolazione. Lo sviluppo delle tecnologie moderne consente, inoltre, di creare dei sistemi di voto sicuri (ad esempio attraverso l’utilizzo della blockchain) per implementare tale modalità di voto riducendone i relativi rischi.
Dunque, tale innovativo sistema elettorale potrebbe spingere al voto parte della popolazione che attualmente non esprime la propria preferenza politica a beneficio della democrazia – si pensi in particolare i giovani, la cui affluenza al voto negli ultimi anni si è notevolmente ridotta, o agli studenti/lavoratori fuori sede spesso impossibilitati a rientrare presso la propria residenza per votare.
Sarà forse finalmente giunta l’ora, anche per il nostro Paese, di osare? Saranno sicuramente interessanti i dati di questa prima sperimentazione, sia in termini di affluenza al voto che dal punto di vista tecnico organizzativo: il superamento di tutte le criticità evidenziate dal Garante Privacy in ordine ai profili di protezione dei dati personali rappresenteranno il primo grande passo in avanti per la percorribilità futura del voto elettronico.
Avv. Vincenzo Colarocco e Dott.ssa Simona Lanna