L'Italia in pole position per le sanzioni GDPR del 2019

L'Italia in pole position per le sanzioni GDPR del 2019
Avv. Vincenzo Colarocco L’inizio dell’anno è per antonomasia tempo di bilanci e così è stato anche per l’Osservatorio di Federprivacy che ha condotto uno studio mirato ad analizzare le attività istituzionali in materia di privacy svolte nei 30 Paesi dello Spazio Economico Europeo. Più in particolare sono state computate le sanzioni inflitte nel corso dell’anno spirato da parte delle autorità di controllo. Dell’ammontare complessivo di 410 milioni di euro, il primato è detenuto dall’Italia, con 30 provvedimenti irrogati, per un totale di 4.341.990 euro. Sebbene il susseguirsi delle proroghe non abbia concesso al collegio del Garante di rinnovarsi alla scadenza del suo incarico, ciò non ha impedito all’Authority in carica di svolgere regolarmente le proprie attività ispettive, le quali già alla fine del primo semestre del 2019 avevano individuato 779 contravventori, con una riscossione complessiva prevista di circa 11 milioni di euro al termine dei singoli procedimenti sanzionatori. Tra le infrazioni ricorrenti, nel 44% dei casi si è trattato di trattamento illecito di dati, nel 18% dei procedimenti sono state riscontrate insufficienti misure di sicurezza, il 13% è costituito dal  mancato rispetto dei diritti degli interessati ed il 9% rispettivamente dalla omessa o inidonea informativa (9%) e dagli incidenti informatici e “data breach”. Subito dopo l’Italia, l'autorità spagnola (AEPD) con 28 sanzioni e al terzo posto quella romena (ANSPDCP) con 20 sanzioni comminate. Per quanto concerne il quantum delle sanzioni, l’'autorità più severa in assoluto è risultata quella del Regno Unito (ICO), che ha erogato multe per 312 milioni di euro, pari al 76% del totale complessivo relativo alle nazioni prese in esame. All’altro estremo si collocano le autorità di controllo di Irlanda e Lussemburgo, che non hanno ancora irrogato alcuna sanzione: sarà un caso che le multinazionali straniere che trattano dati personali su larga scala scelgano proprio questi Paesi per nominare il proprio rappresentante stabilito in Europa?
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