Come già sottolineato in un recente articolo, l’importanza di un approccio bilanciato nell’implementazione di una tassa sugli extraprofitti bancari è di fondamentale importanza. La BCE, nel comunicato diffuso il 12.9.2023, riconosce la rilevanza di un’imposta straordinaria applicabile agli enti creditizi, al fine di mitigare la concentrazione di profitti all’interno del settore finanziario, ma sottolinea anche la necessità di evitare effetti indesiderati sulla redditività e sulla capacità di finanziamento delle banche. Questo aspetto è particolarmente rilevante in un momento storico in cui la crescita economica richiede stimoli, come evidenziato nel precedente articolo.
Ambito normativo
Il panorama del diritto bancario ed economico europeo sta attraversando una fase di significative riforme. Una delle più recenti e rilevanti è la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 236 del 9.10.2023 della legge 9 ottobre 2023, n. 136, che converte in legge, con alcune modifiche, il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, noto come il “Decreto Omnibus”.
Definizione degli extraprofitti bancari
Gli extraprofitti rappresentano la parte degli utili di un’istituzione bancaria che supera il livello considerato “normale” o “equo” in rapporto alle condizioni di mercato e alle prestazioni economiche. Gli utili definiti “eccessivi” possono derivare da diverse fonti, come tassi di interesse agevolati, economie di scala, posizioni di mercato dominanti o altri fattori che conferiscono un vantaggio competitivo. Le banche saranno, dunque, tenute a incorporare l’imposta nella loro pianificazione finanziaria, considerando la riduzione potenziale dei profitti. Questo può influenzare le decisioni sulla distribuzione dei dividendi, sugli investimenti e sulle strategie di gestione dei rischi. Dal punto di vista economico, invece, l’imposta ha l’obiettivo di ridurre le concentrazioni eccessive di profitti all’interno del settore finanziario e promuovere la concorrenza. Ciò potrebbe, senz’altro, avere un effetto positivo sull’accesso al credito per le imprese e per i consumatori, contribuendo così alla crescita economica. Tuttavia, va evidenziato come sia fondamentale mantenere un equilibrio per evitare di disincentivare eccessivamente le attività bancarie e gli investimenti.
Suddivisione dell’imposta sugli extraprofitti bancari
La legge di conversione prevede una suddivisione chiara dell’imposta sugli extraprofitti bancari tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche delle banche, al fine di garantire una tassazione equa e proporzionata:
- Grandi istituzioni bancarie. Caratterizzate da dimensioni e profitti considerevoli, saranno soggette a un’aliquota d'imposta più elevata. Questa misura mira a prelevare una quota significativa dei profitti, evitando concentrazioni eccessive di utili all'interno del settore.
- Banche di medie dimensioni. Costituiscono una parte significativa del sistema bancario e saranno soggette a un'aliquota d'imposta intermedia. Questo livello di tassazione tiene conto delle dimensioni inferiori rispetto alle grandi istituzioni finanziarie, riflettendo un approccio proporzionato.
- Piccole istituzioni finanziarie. Saranno soggette a un'aliquota d'imposta più bassa. Questo approccio mira a favorire la concorrenza e a evitare di penalizzare eccessivamente le piccole realtà finanziarie.
L’obiettivo è evitare che le banche più grandi, che possono registrare profitti considerevoli, abbiano un vantaggio sproporzionato rispetto alle banche di dimensioni inferiori. Inoltre, la struttura dell’imposta è stata concepita per garantire che le istituzioni finanziarie non siano disincentivate dall’innovazione e dagli investimenti nel settore bancario, contribuendo così alla stabilità e alla crescita economica.
Considerazioni
La struttura dell’imposta sugli extraprofitti bancari, come delineata nella legge 9 ottobre 2023, n. 136, rappresenta un passo significativo verso una riforma fiscale mirata a garantire un’equa distribuzione degli oneri fiscali all’interno del settore finanziario. La struttura proposta tiene conto delle raccomandazioni della BCE, come discusso nell’articolo precedentemente, e punta a conciliare gli interessi delle istituzioni bancarie con la necessità di promuovere la stabilità finanziaria e la crescita economica. È un passo decisivo verso l’equilibrio tra redditività delle banche e interesse generale, offrendo un approccio equo e proporzionato alla tassazione degli extraprofitti bancari.