Interrograzione alla Commissione sulla diffusione non autorizzata nel territorio dell’Arabia Saudita di contenuti audiovisivi

Interrograzione alla Commissione sulla diffusione non autorizzata nel territorio dell’Arabia Saudita di contenuti audiovisivi
Avv. Alessandro La Rosa A seguito della costante attività di monitoraggio da parte delle più importanti emittenti europee è stato rilevato che il portale denominato “beoutQ”, ha diffuso illecitamente e, allo stato, continua a diffondere sul territorio saudita contenuti audiovisivi coperti da proprietà intellettuale. Il caso “beoutQ” ha assunto particolare rilievo non soltanto per via della cappillarità attraverso il quale il portale agisce nella diffusione illecita dei contenuti, ma anche a causa della straordinaria rapidità con cui è stata organizzata la diffusione degli stessi nell’ambito di un considerevole perimetro territoriale. Immediate sono state le segnalazioni delle violazioni provenienti sia dall’'organizzazione calcistica internazionale FIFA, dall’'organizzazione calcistica europea UEFA, dalla lega spagnola di calcio La Liga e dall'associazione governativa della Formula Uno, FIA, le quali hanno denunciato l’attività illecita su Arabsat, operatore saudita nelle comunicazioni satellitari, la quale non ha provveduto alla chiusura dei canali interessati. La diffusione del fenomeno è stata tale da indurre la BeIN Media Group, rete sportiva con sede in Qatar che attualmente detiene i diritti esclusivi per la trasmissione di tornei di campionati europei e internazionali nella regione MENA, ad ammettere e dichiarare l’interferenza illecita nel segnale da parte del predetto portale. Peraltro, proprio la FIFA a seguito del riscontro della violazione dei propri diritti di proprietà intellettuale sulla trasmissione e diffusione dei contenuti ha intrapreso una decisa attività di contrasto alla pirateria, chiedendo il coinvolgimento dello stesso governo sauduta. La pericolosità del fenomeno, le sue dimensioni, nonché la capacità commerciale dimostrata dal portale hanno, di conseguenza, indotto il deposito in seno alla Commissione di un’interrogazione con richiesta di risposta scritta n. E-003871/2018 ex art 130 del Regolamento del Parlamento Europeo 2017, al fine non soltanto di focalizzare l’attenzione sul fenomeno, ma anche di individuare misure efficaci di contrasto allo stesso.
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