Preoccupano le cartolarizzazioni assistite da garanzia pubblica: prezzi delle operazioni di cessione troppo alti e curve di recupero al di sotto delle previsioni. Su 26 operazioni circa 17 non hanno ottenuto, ad oggi, i risultati auspicati.
Performance deludenti: incassi inferiori rispetto al Business Plan
La cartolarizzazione cosiddetta GACS prevede l’intervento dello stato, e più precisamente del Ministero dell’Economia e delle Finanze, a garanzia del rimborso delle note senior in operazioni di cessione di crediti a sofferenza. Lo strumento è stato rivisto e perfezionato nel 2019 con l’obiettivo di ridurre il rischio a carico dello Stato e assicurare maggiori incentivi ai servicers nell’attività di recupero del credito. Tuttavia nelle operazioni GACS sussiste il rischio concreto che gli incassi del portafoglio si rivelino inferiori rispetto al Business Plan iniziale e dunque disattendano le aspettative di rientro sia degli investitori che dello Stato. Dunque, se da un lato, le GACS si sono rivelate uno strumento efficace per agevolare la dismissione delle sofferenze, dall’altro è stato accertato da Scope Ratings che l’attività di recupero su portafogli garantiti ha subito un calo delle performances complice senz’altro la pandemia, ma anche altri fattori che esamineremo brevemente.
Gestione massiva e standardizzata dei portafogli: perdita di efficienza nell’attività di recupero
Le operazioni GACS hanno indubbiamente agevolato la cessione dei portafogli di NPLs a prezzi superiori rispetto a quanto succede con le operazioni di cartolarizzazione per così dire “tradizionali” consentendo così agli Istituti cedenti lo smobilizzo degli accantonamenti che, altrimenti, sarebbero rimasti vincolati a garanzia delle possibili perdite sui finanziamenti erogati. Tuttavia senz’altro il trasferimento di quasi 200 miliardi di NPLs dalle banche ai servicers, in tempi rapidissimi, ha certamente implicato il rischio, poi concretizzatosi, della perdita di efficienza in termini di rispondenza al benchmark. Infine, a ciò si aggiunga, che la gestione del recupero dei crediti bancari, massivo e standardizzato, è una procedura che incontra non poche difficoltà tecniche; tra tutte, e non di poco conto, il trasferimento delle informazioni e della documentazione dall’originator al servicer che spesso influisce negativamente in termini di efficienza e tempistiche sull’avvio degli atti o il subentro nelle procedure già in corso.
Avv. Michela Chinaglia e Dott.ssa Micol Marino