Covid-19: troppi dettagli sui malati, le considerazioni del Garante Privacy

Covid-19: troppi dettagli sui malati, le considerazioni del Garante Privacy

Avv. Vincenzo Colarocco

A seguito di segnalazioni e reclami con i quali è stata lamentata, da parte dei famigliari, la diffusione sui social e sugli organi di stampa, anche on line, di dati personali riguardanti persone risultate positive al Covid 19, il Garante per la protezione dei dati personali ha affermato che in una situazione di emergenza quale quella attuale, in cui l’informazione mostra tutte le sue caratteristiche di servizio indispensabile per la collettività, non possono essere disattese alcune garanzie a tutela della riservatezza e della dignità delle persone colpite dalla malattia contenute nella normativa vigente e nelle Regole deontologiche relative all’attività giornalistica.

Ha pertanto richiamato l’attenzione di tutti gli operatori dell’informazione al rispetto del requisito dell’"essenzialità" delle notizie che vengono fornite, astenendosi dal riportare i dati personali dei malati che non rivestono ruoli pubblici, per questi ultimi nella misura in cui la conoscenza della positività assuma rilievo in ragione del ruolo svolto.

Tali cautele devono operare a prescindere dalla circostanza che i dati siano resi disponibili da enti o altri soggetti detentori dei dati medesimi e salvaguardano le tante persone risultate positive al virus, e poi guarite, da una “stigmatizzazione” permanente, resa possibile dalla diffusione delle notizie sulla rete.

L’obbligo di rispettare la dignità e la riservatezza dei malati vige anche per gli utenti dei social, a cominciare da alcuni amministratori locali, che spesso diffondono dati personali di persone decedute o contagiate senza valutarne interamente le conseguenze per gli interessati e per i loro famigliari.

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