Commette il reato previsto dall’art. 171-octies della legge 22 aprile 1941 n. 633 (“LDA”) il soggetto che accede ai programmi criptati, diffusi da un’emittente televisiva, eludendo le misure tecnologiche poste in essere da parte dell’emittente stessa per limitare la fruizione dei propri contenuti ai soli utenti abbonati. Sotto tale profilo non può assumere alcun rilievo la concreta modalità con cui l’elusione venga attuata.
Questi i principi espressi dalla terza sezione penale della Corte di Cassazione che, nella sentenza n. 46443 del 10.10.2017, dopo aver evidenziato che l’art. 171 octies LDA è applicabile “indipendentemente dall’utilizzo pubblico o privato che venga fatto dell’apparecchio atto” all’illecita “decodificazione di trasmissioni audiovisive” ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Palermo che, nell’aprile del 2016, aveva condannato un soggetto che dalla propria abitazione accedeva, senza essere abbonato, ai contenuti di noti servizi di pay-tv “alla pena di quatto mesi di reclusione ed Euro 2.000 di multa”.
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