L’obbligo di trasparenza e chiarezza dei sistemi gestionali nel lavoro in piattaforma

L’obbligo di trasparenza e chiarezza dei sistemi gestionali nel lavoro in piattaforma
Il Tribunale di Palermo con sentenza del 20 giugno 2023 ha imposto ad una società di food delivery di rendere conoscibile il meccanismo di scelta del suo algoritmo nonché i parametri e il peso dei singoli criteri elaborati dai sistemi gestionali e di controllo per efficientare la distribuzione del lavoro.

Con ricorso ex art. 28 l. n. 300/70, delle organizzazioni sindacali adivano il Tribunale di Palermo, sezione lavoro, al fine di vedere condannata per condotta antisindacale una società operante nel settore di food delivery per non aver reso noto il funzionamento dei sistemi automatizzati gestiti dal suo algoritmo, nonostante fosse stato espressamente oggetto di richiesta da parte delle stesse.

Il Tribunale di Palermo con un’innovativa decisione ha imposto alla società datrice di spiegare puntualmente il sistema di assegnazione delle consegne ritenendo inadeguate le generiche informazioni fornite.

Il Giudice palermitano nel condannare l’azienda datrice per condotta ha, infatti, chiarito che i sistemi automatizzati di gestione “devono essere soggetti alla possibilità di controllo umano e devono essere conoscibili nel loro funzionamento”.

La soluzione adottata risulta essere del tutto coerente con la normativa euro unitaria e in particolare con gli artt. 3 e 5 della direttiva 2016/943 sul segreto industriale e commerciale per la quale la tutela del know how non può costituire un valido impedimento al fine di sottrarsi agli obblighi informativi previsti a favore dei rappresentati dei lavoratori.

L’informazione, inoltre, per essere chiara e trasparente non deve contenere “mere possibilità” ma è tenuta a fornire in modo puntuale i parametri il loro peso e le modalità di interazione.

La trasparenza e la chiarezza dell’informazione dei sistemi gestionali costituiscono quindi i principi cardine che devono caratterizzare qualunque rapporto di lavoro e, a maggior ragione, quelli digitali.

Avv. Nicoletta Di Lolli

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