Le spese di assicurazione devono essere incluse nel calcolo del TEG

Le spese di assicurazione devono essere incluse nel calcolo del TEG
“Ai fini della valutazione della natura usuraria del contratto di mutuo, devono essere conteggiate anche le spese di assicurazione sostenute dal debitore per ottenere il credito (…) essendo all’uopo sufficiente che le stesse risultino collegate alla concessione del credito”. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione con ordinanza del 26/11/2021, n. 37058/2021.
Il caso

Spesso le spese assicurative previste nei prodotti bancari a rimborso rateale costituiscono il punto focale in molte indagini volte all’accertamento dell’usura bancaria. Infatti, è frequente riscontrare che la loro inclusione determini il superamento dei tassi soglia usura, che, invece, non si verifica laddove siano escluse dal calcolo volto all’accertamento dell’usura contrattuale.

In proposito, la Corte di Cassazione ha confermato, con l’ordinanza in esame, che nell’indagine per la determinazione del tasso di interesse applicato al contratto di mutuo e l’accertamento dell’eventuale usurarietà dello stesso, il Giudice è tenuto ad includere nel calcolo del TEG il costo di accensione della polizza assicurativa collegata al contratto principale.

La giurisprudenza consolidatasi sul punto, già preceduta da altre del medesimo segno, pone dunque l’accento sull’importanza della fattispecie usuraria come definita dall’art. 644 comma 5 c.p., ai sensi del quale “per la determinazione del tasso di interesse si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito”.

Secondo la Corte, precisa il solo fatto che nei Decreti Ministeriali di rilevazione del TEGM non venga ricompresa una specifica voce - laddove invece, secondo l’art. 644 comma 5 c.p. dovrebbe essere inclusa - non può comportare la pacifica esclusione della stessa dal calcolo, ma anzi bisognerà in quel caso valutare l’illegittimità dei menzionati decreti e conseguentemente disapplicarli in quanto, prosegue la Corte, il Giudice non è mai vincolato dal contenuto degli stessi nella propria attività di ermeneutica ed esegesi.

Avv. Michela Chinaglia

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