I decreti ministeriali antiusura devono essere qualificati come fonti del diritto

I decreti ministeriali antiusura devono essere qualificati come fonti del diritto
“In materia di usura bancaria, i decreti ministeriali, pubblicati in Gazzetta Ufficiale, di rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali medi, indispensabili, stante il rinvio disposto dall’art. 2 della L. n. 108 del 1996, per la concreta individuazione dei tassi-soglia di riferimento, essendo atti amministrativi di carattere generale ed astratto, normativo (svolgendo la funzione di integrazione della disciplina dettata dalla norma primaria, concorrendo alla definizione e specificazione del tasso-soglia di periodo per la categoria di operazioni rilevate) ed innovativo, vanno considerati alla stregua di vere e proprie fonti integrative del diritto, così da dovere essere conosciuti dal giudice in base al principio «iura novit curia» espresso nell’art. 113 c.p.c.”.

Questo il principio di diritto stabilito dall’ordinanza della Corte di Cassazione n. 35102 del 29 novembre 2022.

L’art. 1 delle Preleggi individua tra le fonti del diritto le leggi, i regolamenti e gli usi.

I decreti ministeriali per la rilevazione dei tassi antiusura si distinguono dai meri provvedimenti amministrativi per la natura generale ed astratta, trattandosi di atti rivolti alla generalità dei consociati e destinati a disciplinare una generalità di fattispecie indeterminata. Inoltre gli stessi hanno natura integrativa della disciplina di rango primario in quanto votati ad integrare i principi generali in materia di usura di talchè la determinazione del tasso usurario oltre il quale gli interessi sono considerati usurari deriverà sia dalla legge che dai decreti stessi.

Le stesse Sezioni Unite della Suprema Corte hanno più volte affermato che i decreti ministeriali di rilevazione del tasso sono da ritenersi “fonte privilegiata” di comparazione per la determinazione del tasso soglia usura nel periodo di vigenza della relativa valutazione statistica.

In forza delle predette considerazioni, dunque, la Suprema Corte ha senz’altro ritenuto che i decreti ministeriali in esame sono da ritenere fonte privilegiata per la determinazione quantitativa del limite percentuale del tasso applicabile ai vari rapporti bancari e dunque a tutti gli effetti fonti del diritto.

Avv. Michela Chinaglia

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