Con l’obiettivo di incentivare la manifattura digitale e il ricambio tecnologico (e di conseguenza, l’efficienza e la capacità di innovazione dell’industria), il Governo ha prorogato la cosiddetta “Sabatini-bis” (che diventa Sabatini-ter con scadenza al 31 dicembre 2018), un provvedimento che mira ad incentivare l’“acquisto, anche in leasing, di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali” attraverso la copertura (da parte del Mise) di una parte (o anche della totalità) degli interessi maturati su finanziamenti bancari compresi tra i 20.000 e i 2 milioni di euro.
In relazione ad investimenti “ordinari”, ovvero a quegli investimenti che non riguardano il digitale e le nuove tecnologie, la Sabatini-ter consente di accedere ad un contributo pari al valore degli interessi che l’impresa pagherebbe se il finanziamento concessole avesse un piano di ammortamento con rata semestrale al tasso del 2,75% annuo per la durata di 5 anni. In altre parole, se l’impresa ottenesse un finanziamento a condizioni d’interesse più favorevoli rispetto al 2,75%, il contributo non andrebbe solo a coprire gli interessi, ma anche parte del capitale da rimborsare. Ove invece ottenesse condizioni meno favorevoli, l’impresa vedrebbe comunque ridotto l’ammontare degli interessi dovuti alla banca.
Questo per quanto riguarda gli investimenti ordinari. Se invece gli investimenti riguardano strumenti e tecnologie digitali, rientranti nel piano Industria 4.0, il contributo della Sabatini-ter viene maggiorato del 30% passando, quindi, al 3,575% annuo.
Dal 1 marzo le imprese potranno presentare domanda per usufruire di quest’ultimo contributo maggiorato a fronte di investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti, utilizzando il nuovo modulo (“release 4.0” - le domande presentate con il vecchio modulo dopo il 1 marzo non saranno ammissibili).
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