Principio simile è stato recentemente riaffermato anche dalla Corte di Cassazione, 5° sez. penale, che con sentenza n. 39763 del 31.8.2017 ha ribadito che la pubblicazione (anche su Facebook) di un messaggio offensivo, in cui la vittima non sia stata indicata per nome (né risulti identificabile con certezza), ma che sia stato rivolto ad una generica pluralità di soggetti, non integra il reato di diffamazione.
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