Una ripresa economica virtuosa e sostenibile: i probabili scenari futuri

Una ripresa economica virtuosa e sostenibile: i probabili scenari futuri
Una ripresa economica sostenibile

Con lo scenario attuale di crisi economica causata dallo stato emergenziale da Covid-19, uno degli obiettivi principali delle aziende per superare tale fase e ritornare almeno ai livelli economici pre-pandemia è senza dubbio quello di volgere lo sguardo alla sostenibilità, allo scopo di ottenere maggiori risultati economico-finanziari e creare valore duraturo. Negli ultimi anni le imprese hanno perciò adottato dei modelli gestionali volti allo sviluppo sostenibile e hanno pianificato i propri investimenti in tal senso, elevando la sostenibilità ad una vera e propria mission aziendale, con l’obiettivo di raggiungere degli obiettivi di ripresa economica in modo virtuoso. Tali modelli sono basati prevalentemente su aspetti come la promozione delle infrastrutture sostenibili, la riduzione sia dell’impiego di risorse non strettamente necessarie che del livello inquinamento del ciclo produttivo, nonché la propensione al lavoro con attenzione alle esigenze di stampo ambientale.

Le nuove politiche e strategie societarie

Una delle strategie messe in pratica dalle aziende per raggiungere l’equilibrio economico e allo stesso tempo perseguire obiettivi sostenibili è il ricorso al reshoring. Tale fenomeno consiste sostanzialmente nel ritorno in patria delle produzioni in precedenza delocalizzate all’estero. Infatti l’accorciamento delle catene di approvvigionamento non solo garantisce un maggior livello in termini di qualità, controllo, innovazione, autenticità e vicinanza al cliente, ma permette altresì di ottenere dei benefici in termini di sostenibilità sia ambientale, ad esempio la riduzione delle emissioni, sia sociale, quali la sicurezza sul luogo di lavoro e la parità di genere. Allo stesso tempo, nell’ambito del processo di ripresa economica, accanto allo sviluppo delle politiche volte a favorire modelli aziendali sostenibili e fenomeni come il reshoring, le imprese italiane devono necessariamente tener presente – al fine di valutare gli investimenti da porre in essere –il costante ampliamento dei settori economici e del tipo di operazioni societarie in cui il Governo può avere una più o meno forte ingerenza, al fine di tutelare i settori ritenuti di maggior interesse e strategici per l’economia nazionale. Tale tendenza non è circoscritta all’Italia ma se ne registrano esempi anche in altri Paesi europei ed extra-europei. Infatti i Governi stanno mettendo in atto sempre più frequentemente un controllo diffuso, bloccando quegli investimenti, soprattutto esteri, che possano mettere in difficoltà, dal punto di vista strategico, l’economia nazionale. Lo strumento operativo in Italia è il Golden Power, che permette al Governo di intervenire con poteri speciali in alcune operazioni societarie, allo scopo di bilanciare la presenza e il controllo delle società estere in imprese italiane operanti nei settori ritenuti più delicati e strategicamente rilevanti per la ripresa economica.

Probabili scenari futuri

Lo scenario attuale potrebbe definirsi una fase di rodaggio. Senza alcun dubbio la trasformazione dei sistemi di produzione e di consumo è un processo in atto da anni che si sta sviluppando ed evolvendo sempre di più, creando così una sinergia tra le nuove tecnologie e le innovazioni sociali. In questo panorama si inserisce il processo di sviluppo tecnologico, che gioca un ruolo molto importante, dal momento che comporta dei benefici sotto il profilo ambientale, economico e sociale. Inoltre, gli obiettivi per la sostenibilità proposti dall’Agenda ONU 2030 aiuteranno le aziende, sicuramente per i prossimi anni, a fornire in maniera concreta il proprio contributo in tal senso. In definitiva, gli investimenti sostenibili e il fenomeno del reshoring sono due elementi che, tenuto conto dei rispettivi tratti distintivi, consentirebbero alle imprese di intraprendere un percorso di ripresa economica virtuoso. Per velocizzare tale obiettivo, è bene da un lato agevolare pratiche come il reshoring, incentivando le imprese a ridurre le barriere locali e a riportare la maggior parte delle fasi del ciclo produttivo all’interno dei confini nazionali, e dall’altro lato ricorrere agli strumenti di protezione dei settori strategici senza però limitare o disincentivare quegli investimenti esteri che possano rendere le aziende nazionali più solide e quindi maggiormente competitive.

Conclusioni

In conclusione, il piano di azione delle aziende, unite nell’obiettivo comune della ripresa economica, è, da un lato, essere ESG compliant, dimostrando il proprio impegno ambientale, etico e sociale, e rendendosi così più attrattivi verso gli stakeholders, dall’altro lato rilocalizzare la propria attività al fine di sfruttare maggiormente il know-how nazionale e consentire un maggior controllo sulla supply chain. Si tratta, pertanto, di continuare ad investire nelle tecnologie, a volgere lo sguardo alla tutela dell’ambiente, nonché a dedicare una maggiore attenzione allo sviluppo dei modelli sostenibili.

Avv. Andrea Grasso e Avv. Edoardo Pollara Tinaglia

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