Francia: la lente del giudice sui contratti commerciali

Francia: la lente del giudice sui contratti commerciali
Dopo l’introduzione della legge “Sapin II”, relativa alla regolamentazione dei rapporti tra imprenditori, con un focus particolare sulla c.d. convention unique (v. newsletter di Febbraio: “Francia: dal 1 gennaio la nouvelle dei contratti commerciali”), la recente sentenza della Cour de Cassation (n. 15-23.547), muovendo proprio da un contratto quadro, introduce ulteriori limiti alla strutturazione dei rapporti tra imprese e un “nuovo” tipo di controllo giudiziale su questo tipo di accordi commerciali. Partendo dall’art. 442-6, I, n. 2, del Code du Commerce (che sancisce la responsabilità della parte che abbia imposto e cerchi di imporre all’altra significativi squilibri contrattuali), la Corte infatti introduce la possibilità di un sindacato giudiziale non solo in relazione al rapporto tra diritti e obblighi, ma addirittura al prezzo negoziato dalle parti. La decisione sovverte la precedente interpretazione della norma (in precedenza letta in combinato con gli artt. 1171, co. 2 del Code Civil e L212-1 del Code de la Consommation - Codice del Consumo), la quale limitava il controllo del giudice ai soli obblighi contrattuali senza con ciò arrivare ad intaccare la libera negoziabilità dei prezzi tra le parti. Secondo la Corte, infatti, l’art. 442-6 segue una logica propria, che, se da un lato porta a limitare il principio della libertà di negoziazione, dall’altro non arriva a lederne lo spirito, andando anzi ad inserirsi in tutti quei casi in cui una libera negoziazione, nei fatti, non si è avuta o si è avuta in una situazione di forte squilibrio quanto al potere di una delle parti. L’orientamento della Corte diventa cruciale con riferimento ai contratti quadro predisposti per essere firmati dalle parti senza troppo spazio lasciato alla negoziazione, tanto più che il controllo giudiziale può essere attivato non solo a seguito dell’insorgere di una causa intentata dal partner commerciale eventualmente leso, ma anche dal presidente dell’Autorité de la Concurrence, dai Pubblici Ministeri e dal Ministro delle Finanze. Gli imprenditori italiani con un ridotto potere negoziale sono, quindi, tutelati nel caso di contratti quadro fortemente sbilanciati a favore del partner francese.
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